top of page

RU CLEB

di Giovanni Ricci

Presso la discesa della chiesa in piazza, tanto tempo fa, c'era un localino, una specie di sottoscala che apparteneva alla chiesa stessa, dove la parrocchia teneva stipate alcune cose di poco conto. Tra queste la più preziosa era una statua raffigurante la Madonna. Chissà che fine avrà fatto, non è quella che oggi si trova in Chiesa. Comunque la Banda dei "I n'sacc nient" decise, dietro benestare di Padre Michele, allora parroco della Cingumeglia, di creare un Club dove trascorrere alcune ore della giornata. Detto fatto, con poche cose, tirammo su un localino che ci gustava molto, costituito da un mobile già ivi esistente adattato a ripostiglio, un foglio di compensato recuperato non ricordo dove, largo circa 2 metri x 3 di lunghezza e infine la statua della Madonna messa in un angoletto. Il problema di fondo era lo spazio! Quella stanza, senza finestre, era larga non più di 10 mq e tutta la Banda non c'entrava. Già, la Banda.

Che tempi ragazzi! Era così composta:

 

Ru vicc;

Ru rusc;

Pazzaglion;

Murtadella;

Ru Baron e infine

il Capo Branco Alias "Sparapeuta".

Quest'ultimo, con voce autoritaria disse: " Uagliu', stu' cazz d'foglio d compensat n'ne' bbuon p fa' ru tavulin, z chiega com'e' nu' pesc"!

A volte, quando disponibile e libero da impegni, un altro elemento si univa alla Banda, quest'essere era un asino.

Si, proprio un asino! Quando c'era la possibilità lo usavamo come nostro mezzo di trasporto. Siccome spesso e volentieri ci salivamo tutti insieme per noi era come un autobus. L'autista era sempre Sparapeuta che, tra una loffa e un calcio, dalla Via dell'Unra ci portava fino all'entrata del Club. Una volta arrivati piegava l'orecchio destro dell'asino e diceva: "Stieng a tiria' ru fren a'mman"! (Povera bestia). Se non ricordo male il ciuco era di proprietà del padre di Giovanni ru spazzin. Pascolava sempre sull'Aia, quindi spesso libero da impegni. E cosi' giorno dopo giorno il Club divenne fissa dimora per la Banda. Sempre in cerca di nuove emozioni, decidemmo di dare una svolta all'andazzo di sempre!" Allora, mo' a chi jescia va' a ru bbar d'Filippucc e accatta la birra e l'sigarett,vabbuo'?". E guardacaso uscì proprio a me. Una volta entrato nel Bar in piazza, con indifferenza andai da Filippuccio e dissi: "Filippu' a ditt papa' ca m'dia' nu pacchett d'emmesse e tre birre". Fu così che mi riavviai verso il Club. Arrivato alla porta, per accedere, dovevo formulare la parola d'ordine che, pensate un po', era "SO J"! (sono io). Che menti!!! (Una più complicata no, vero?) Comunque, una volta dentro, iniziò la baldoria! Le birre terminarono nel giro di 10 minuti, le sigarette avanzate le nascondemmo dietro il mobile e andammo via. "Uagliu', addman stessa ora!".

Questi festini, le bevute, le fumate, il furto dell'asino ecc... durarono per molto tempo. Finché un giorno qualcuno, saputo tutto, decise di farci visita. Nel pieno del casino, del fumo e dell'intontimento dovuto alla troppa birra, sentimmo bussare alla porta:

TOC TOC!

"Chi e'?" - rispose sparapeuta.

"So j"!

La parola d'ordine era giusta ma la voce non era familiare. Sparapeuta andò verso la porta dicendo: "Uagliu',n'pozz spara' una?" Non fini' di dirlo che ne mollò una da fare il colore ai capelli a mastrolindo! Più che una peuta sembrava un lumino! Si, un lumino, così si chiamano. Sono quelle che non fanno rumore ma senti fare solo sssssffffffffffff e puzzano come l'accidente!!! Infatti puzzava così tanto che Pazzaglione disse: "La madonna uaglio', che cazz sci magni'at l creatur mort!?"

Tra il fumo delle sigarette, i rutti d'alcol e il lumino di Sparapeuta quella stanza diventò una camera a gas! Il Capo branco aprì la porta, dopodiché con voce impastata disse: "Ue', bbonasera, che stia' a cerca' figl't?"

Ascoltate le parole iniziammo a guardarci negl'occhi (per quanto possibile) cercando di capire: "E' mammta o e' la mea?".

Un fuggi fuggi generale, Pazzaglion si fece scudo con il foglio di compensato attaccandosi alla parete, Ru vicc e Ru Baron con un salto si allungarono sopra il mobile, alto da terra circa un metro, Ru Rusc e Murtadella si nascosero dietro la statua della Madonna e Sparapeuta rimase sulla soglia mentre, avvolto dal fumo e dalla puzza che avevano trovato la via di fuga, guardava la mamma di Pazzaglion, la quale disse: "Famm'endra' ca' ea v'de' s'ess dendr ci sta' figl'm!"

Per tutta risposta Sparapeuta,or mai cotto d'alcol, chiese alla mamma di Pazzaglion:

"Se tu vuo' endra' madadi'la parola d'ordine!"

Non gliel'avesse mai chiesto!!! Con una spinta Sparapeuta si trovo' lungo lungo a terra e come un tornado, la mamma di Pazzaglion, con una mazza, iniziò a dare palate a più non posso! Solo Murtadella e Ru Rusc, approfittando del parapiglia, riuscirono a mettersi in salvo, grazie alla statua della Madonna. Tra il sibilo di quella mazza, r'allucc del resto della banda, le asteme della mamma di Pazzaglion, Sparapeuta si assettò sul gradino della porta e iniziò a dire:

"I n'sacc nient; I n'sacc nient!!!"

E fu così che "Ru Cleb" fu chiuso per sempre. Ad ognuno di noi venne data la giusta punizione, chi più chi meno, ma nessuno raccontò all'altro quale!

Bene, un altro capitolo della Banda dei "I n'sacc nient". Che tempi! La cosa che rimpiango di più' è quella voglia di stare insieme, pur combinandole di tutti i colori, però l'importante era stare uniti, per sempre.

E noi lo siamo.

Chissà, forse un giorno la Banda dei "I n'sacc nient" potrebbe riunirsi, ritrovarsi.... Mah! L'importante per noi è di essere orgogliosi di appartenere alla Cingumeglia!

bottom of page